UNA “PICCOLA” MISTRESS – 1^ parte – Faenza (RA) - Modena Trasgressiva

UNA “PICCOLA” MISTRESS – 1^ parte – Faenza (RA) - Modena Trasgressiva

Chi si immaginava che una vera mistress, una padrona, potesse nascondersi in una ragazza di 1 metro e 58, per di più cicciottella? Come potevo sapere che ciò che era iniziato come una facile lussuria si sarebbe trasformato in amore vero?
La incontrai perchè mi fu raccomandata da un amico. Era solo Megan, una graziosa e piccola bionda americana dalle grosse tette, ma in breve diventai io il suo cucciolo. Riuscì ad ottenere il controllo su di me con la sua sessualità e mi rinchiuse nella sua rete di dominio. 
Tutto iniziò abbastanza semplicemente. A casa mia, nel corso dei preliminari, lei era nuda davanti a me. Ero ancora completamente vestito, mentre lei stava davanti ad uno specchio a figura intera.
- Hey baby, what are you doing?
Vidi il nostro riflesso allo specchio. Lei chiuse gli occhi, gettò la testa all'indietro e sospirò. Quindi afferrò una manciata dei mie pochi capelli e mi tirò forte verso di lei.
- Ubbidire!
Ordinò, e io lo feci volentieri. Respirava pesantemente e la sua stretta nei miei capelli era irremovibile. 
- Se vuoi questo devi impegnare con me...
Fece le fusa e si accarezzò le tette come per esibire la mercanzia. Lasciò che il minimo accenno di un sorriso malvagio attraversasse le sue labbra e proseguì.
- Da ora tu sei nel mio potere...
Lasciò che due dita della mano sinistra penetrassero la sua figa dalle labbra esagerate ed appoggiò ciascun dito, uno alla volta, sulla mia bocca.
- Senti l'odore di me? Vai avanti.... assaggia me...
Succhiai avidamente le dita. I suoi occhi si fissarono sui miei e ci guardammo, ancora davanti allo specchio. Era così surreale ma così erotico che non sapevo cosa dire. Spinse delicatamente il suo culotto rotondo e sporgente contro di me, cominciando a provocarmi.
- Tu vuoi me, vero? Ma sono io a decidere sì o no...
Sinceramente, ero in suo potere. A questo punto non mi importava quel che voleva, ma solo che potessi scoparmela in un modo o nell'altro, e così è stato. Naturalmente scelse di cavalcarmi lei, per tenermi sotto il suo dominio e controllarmi.  Ondeggiando il grosso seno coi capezzoli dritti mentre mi sfiorava il viso, mi montava da sopra ed ogni tanto si fermava seduta e mi guardava, si chiudeva bene le cosce e restava immobile su di me. Ero dentro di lei fino in fondo, ma era un'esperienza frustrante, perché dovevo aspettare che lei si muovesse insieme a me nella scopata.
- Ok padrona Megan, mi piegherò alla tua volontà...
CONTINUA

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